Quantcast
Channel: Diegozilla
Viewing all articles
Browse latest Browse all 270

Master Chef Italia 2, la finale!

$
0
0

Per scrivere questa recensione mi sono messo una giacca con le toppe sui gomiti. Mi sono fatto crescere la barba, parlo con un tono basso, scandendo bene le parole, cammino per casa circondato dalle sagome dei protagonisti di Master Chef, tengo le mani giunte e ogni tanto guardo nella telecamera.
Perché ho un unico modo per iniziare a scrivere questa recensione: trasformarmi in LucarelliZilla.
Questa è una storia con diversi protagonisti, un lungo romanzo, che può abbracciare moltissimi stili di racconto. Si parte dal Talent Show, si passa per la commedia all’italiana, si attraversa una profonda analisi sociologica dei tempi in cui viviamo. Qualunque sia lo stile con cui si vuole raccontare la storia di Master Chef Italia 2, l’unica cosa certa è che il finale è un Legal Thriller.
Il Legal Thriller, con Master Chef, diventa una metafora sociale, l’ombra oscura che domina sui vincitori e i vinti, sulle vittime e sui carnefici.
Rimangono e permangono i misteri. Le cose che non sapremo e non scopriremo mai. Segreti che rimarranno tali, nonostante le nostre domande e tutte le ipotesi che verranno elaborate. Perché è chiaro. E’ successo qualcosa. Qualcosa che ha agito in modo profondo e diretto sull’esito di questa storia. Non chiamarlo destino. Te ne sbatti il cazzo del destino quando hai una laurea in giurisprudenza in tasca, quella faccia, quei modi e quel carattere.
Ma andiamo con ordine. Tutte le storie hanno un inizio, questa comincia con me che sono incasinato con il lavoro.
Nelle ultime settimane il lavoro mi ha assalito, tipo tempesta con mare forza nove, tipo onde in faccia a Jack Aubrey a bordo della Sophie. Però, dato che non sono bello come Russell Crowe, ero nel panico annaspante.
Ho visto le penultime due puntate, ma non ho fatto in tempo a scrivere una riga a riguardo. Ho deciso che ormai eravamo fuori tempo massimo. I perfidi sgherri dei miei lettori più affezionati sono venuti sotto casa mia e mi hanno messo lo strutto nella casella della posta. Sono stato punito. Chiedo scusa.
Recensirò le due puntate finali, mi sono detto. Con ritardo, ovviamente. Perché oltre al lavoro c’è anche la vita, e se tiri la coperta da un lato, la accorci dall’altro.
Giovedì tutti pronti in casa Zilla per la finalissima di Master Chef.
Sono rimasti: Tiziana, Andrea e Maurizio.
Ivan, purtroppamente, è stato eliminato nella puntata precedente. Mi dispiace, avrei tifato per lui.
Per la finalona tiferò Maurizio. Ho deciso. Anche se, per il bene dell’universo, spero che Master Chef lo vinca Andrea. Altrimenti quello si trasforma in Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia, tira fuori un UZI e fa un macello. Vedremo. So per certo che la produzione ha preallertato una troupe di Discovery Channel appena tornata dall’Africa.
Se Andrea non vince e dà di matto, gli spareranno un dardo narcotizzante. Ne hanno un paio, avanzati dall’ultimo documentario sui leoni che hanno girato.
Dopo la faccenda dell’olio, dopo la faccenda delle Schie, dopo questo e quest’altro, il mio rapporto con Tiziana è peggiorato al punto che non ho voluto più scrivere le puntate della fiction: Lo Chef e L’Avvocato.
Per cui. Tifo sincero verso Maurizio. L’uomo spugna strizzata.
I tre concorrenti rimasti si presentano nella cucina di Master Chef.
Arrivano anche tutti i concorrenti eliminati fino a quel momento. Un truppone che sale in piccionaia a fare il tifo.
Iniziano con la Mystery Box più difficile del mondo, a detta di Barbieri. Sotto lo scatolo un ingrediente difficilissimo da cucinare.
Chi vince la prova andrà direttamente in finale, gli altri due si sfideranno nell’Invention Race,
Che cosa ci sarà mai là sotto?
Una mucca senziente che ti chiede di scegliere quale parte vuoi di lei?
Dei triboli?
La sirena che fatto servire Liliana Cavani in La pelle?
Tirano su lo scatolo e dentro c’è il mio fegato. Del FuàGrà.
Hanno 25 minuti per cucinare bene il FuàGrà, e farci un piatto con tutti gli annessi e connessi.
Andrea è così nervoso che non riesce neanche a parlare. Cucina, mentre pensa al procedimento per trasformare il fertilizzante in esplosivo.
Maurizio elabora il suo piatto e la sua ricetta, nella sua eterna corsa contro il tempo, contro la traspirazione, contro i suoi personalissimi demoni.
Tiziana, a suo agio nel comodo e caldo stereotipo che si è costruita, fa quello che le riesce meglio: lo stereotipo.
Anzi. Gli eliminati che tifano tutti contro di lei dal loggione, non fanno altro che alimentare in modo esponenziale la forza del suo personaggio. E vai. A martire is born tonight.
I minuti passano in fretta. Bòn, fine, su le mani che si assaggia.
Andrea, con passo tremante e piatto tenuto così stretto tra le mani al punto di modificarne i legami atomici, porta il suo FuàGrà.
Barbieri lo assaggia, notando come, a causa di una padella troppo calda, il FuàGrà sta trasudando grasso, olio e sugna. E poi manca sale. E poi fa cagare.
Tocca a Tiziana. Porta il FuàGrà impiattato con rara tristezza. Forse è crudo, forse no, dipende da quale particola di FuàGrà hai la fortuna di assaggiare.
Ultimo, Maurizio. Che si è dimenticato il sale, ma ha cotto il fegato perfettamente.
Dopo una breve discussione tra i giudici, viene proclamato il vincitore che andrà direttamente in finale: Maurizio!
Olè, evvai!
Andrea si innervosisce ancora di più. Si strappa il dito medio scrocchiandosi le dita, ripensa alla bellezza e alla perfezione meccanica dell’AK47 che userà per seminare morte, giustizia e gourmanderì.
A Tiziana invece, non frega un cazzo. Anzi. E’ serena e tranquilla, come una che tiene per le palle Zeus, come una che ha fatto: L1+R1+L2+R2 e ha sbloccato il menù cheat.
Maurizio piange, in un momento di commozione one-one-one.
Si passa quinti alla gara successiva. Dove Andrea e Tiziana si sfideranno direttamente.
Il famigerato: Invention Race.
Gli altri partecipanti sono: I fratelli Slag sulla Macigno Mobile. Big e Little sul Diabolico Coupè. Il Professor Pat Pending a bordo della sua Multiuso. Red Max, balzellon balzelloni, avanza spedito. Penelope Pitstop alla guida del suo Vezzoso Coupé. L’Armata Speciale, con a bordo il sergente Blast e il caporale Meekley. Clyde e la sua banda sulla Macchina Antiproiettile. Il montanaro Luke, sull’Insetto Scoppiettante. Peter Perfect, dietro il volante della sua Sei Cilindri. Rufus Ruffcut, sulla sua fedele Spaccatutto. E per ultimi, sempre per ultimi, Dick Dastardly e Muttley sulla Zero Zero.
- Adreaaaaaahhhh! Fa qualcosaaaaahhh!
Tre postazioni, tre step, tre cucinamenti diversi. Se ne vinci due, vai in finale. Sennò, a casa. Tre possibilità per step, tre cose da cucinare nascoste dalle cupolette.
Prima prova, agnello.
L’agnello macellato. La barzelletta di Alamo, e poi il tuo amico che chiede il motivo di quegli strani segni magici dipinti sulla parete. Tutti zitti. State lontani dalla brughiera, yankee! Fuori!
Ecco. Andrea commette un errore simile. Gravissimissimo a detta di tutti. Toglie l’osso al carrè di agnello e lo cuoce senza.
Viene severamente punito. Gli danno anche due schiaffi e perde il primo step.
Vince Tiziana.
Nel secondo passaggio ci sono dei piselli salcazzo per lei, e dei ravanelli per lui.
Lui fa un minestrone.
Lei non ho capito.
Vince lui. Pari.
L’ultimo step è sui dolci. Entrambi hanno il mascarpone.
E qui, bisogna richiamare per un momento LucarelliZilla. Alla luce di quanto succederà in scena, e di quanto probabilmente, forse, credo, non si sa, è successo fuori scena, è importante concentrare la propria attenzione su Bastianich.
E’ lui il vero protagonista di questa finale di Master Chef, e degli snodi narrativi avvenuti nelle puntate precedenti. E’ lui che, da solo, come un texano trincerato nel suo fortino, manterrà una certa lucidità di ragionamento. Farà delle osservazioni, purtroppo per lui, formulate da una forma mentis troppo americana. Troppo legate al rispetto universale delle regole condivise. Cosa di cui, si sa, qui ce ne sbattiamo ampiamente i coglioni.
Segui lui. Ascoltalo. E capirai forse quali forze oscure sono scese in campo nelle ultime puntate. Quali pressioni, quali piani di menti raffinatissime hanno preso uno degli chef barbuti più cool del mondo e l’hanno trasformato in un pupazzetto. Ma sono ipotesi, è un romanzo, un lungo giallo dietro ai fornelli.
I dolci, dicevamo. Bastianich dicevamo.
Lui che sospirando sibila: mascarpone… sarà mica la fiera del tiramisù?
E infatti.
Va bene che Andrea vomita il suo dolce sul piatto, va bene che la scusa che si è inventato non se la beve nessuno.
Vince Tiziana.
Con un tiramisù.
Andrea crolla. Si sgretola come una vetrata colpita da una sassata e cade a terra in mille pezzi con una gran rumore i vetri rotti.
Lo sfidone finalone, sarà Tiziana contro Maurizio.
Mentre c’è chi festeggia, chi si carica, chi è felice e chi no, a me viene un’espressione perplessa. Anzi. Mi viene l’espressione della perplessità suprema, reale, imperiale della perplessìa.
Da tempo ho capito che il mondo è ingiusto, e vabbè.
Da meno tempo ho capito che il mondo non solo è ingiusto, ma ci gode proprio, e ti fa le pernacchie quando può.
Detto questo, la mia faccia perplessa circoscrive a Master Chef la mia perplessìa.
Tiziana contro Maurizio. Ma che davvero?
A parte le mie personali simpatie, a parte tutto, però… Qui c’è in ballo la vittoria. Soldi e libro. Siamo sicuri che una professionista romana, con quel carattere, quei modi, quelle frequentazioni, abbia “bisogno” di centomila euro in gettoni d’oro?
E’ lo stesso ragionamento, con termini diversi, che hanno fatto nella prima edizione. Scegliendo Spyros al posto di Luisa.
Poi. Da un punto di vista editoriale. Io, per ipotesi, editore di Master Chef, lo pubblico volentieri il libro di ricette scritto da una che sta sul cazzo a tutti?
In quanti se lo compreranno?
Vorrei ragionare anche sulla legittimazione di un certo tipo di comportamento, che vedrebbe il suo coronamento nella vittoria tizianesca.
Di nuovo, ecco Bastianich, alcune puntate fa, unico a rimarcare la faccenda dell’olio aggiunto a gara finita. Ed ecco il mio paese. Rappresentato splendidamente in un programma televisivo. Sociologia e fornelli.
E visto che siamo in un contesto sociologico è inutile parlare dei piatti della finale, della gara, dei parenti, di quanto è gnocca la fidanzata di Maurizio.
Non serve.
Anche perché entrambi i menù non li avrei graditi. Oppure sì, ma con coercizione e minacce.
L’unica cosa che conta, ora, è di nuovo Bastianich. Unico e solo a voler discutere sui costi dei piatti proposti da Tiziana e su quanto e cosa abbia realizzato veramente lei nel dolce finale.
Tiziana.
La vincitrice di Master Chef Italia 2.
Mai come in questo caso è più che azzeccato l’inserimento di “Italia” nel tutolo di un format internazionale.
Questa storia finisce, e te lo dico passeggiando tra le sagome. La giacca scura con le toppe sui gomiti mi sta veramente bene.
Sul finale di questa storia, mentre i nodi non verranno mai al pettine, un po’ perché sono calvo, un po’ perché dalle nostre parti i nodi non vengono mai al pettine, c’è uno dei protagonisti di questa vicenda che abbiamo lasciato in sospeso un po’ di tempo fa.
Paola.
E’ a lei che vanno i miei pensieri finali, sui titoli di coda.
La vittoria di Tiziana e l’eliminazione di Paola sono le due facce della stessa medaglia.
Sono una grande lezione per il futuro, la tivvù mi ha spiegato qual è il comportamento vincente oggi, qui, in questo paese qui.
Un posto deve la classe, tipicamente milanese old style, di Paola, viene percepita come disinteresse e non come eleganza.
Questo è il tuo paese, sii felice, mentre te magni il bucatino all’amatriciana.
Evviva l’Itaglia!
Evviva Master Chef!
Evviva l'avvocato!




Viewing all articles
Browse latest Browse all 270

Trending Articles