Prima o poi qualcuno dovrà far luce sul misterioso mistero della sigla di Master Chef.
Per quale oscuro motivo, forse noto solo ai Templari, alcuni concorrenti eliminati sono stati eliminati anche dalla sigla e altri no? C’è un significato nascosto legato, per esempio, alla presenza in sigla di Agnese e all’assenza di Regina?
C’entrano i Maya? Il signoraggio? Gli zombi?
Puntata 17 di Master Chef, prima puntata senza Paola. Qui sul divano nella tana di Diegozilla si naviga nella tristezza e nella mestizia. Sospiro.
Arrivano Barbieri, Cracco e Bastianich. Interrogano i concorrenti rimasti su che cosa significa per loro vincere il titolo.
Per Maurizio è tutta una questione di competizione e crescita. Per Tiziana non lo so, la sua voce mi irrita, quando parla il mio cervello trasmette a tutto volume un documentario norvegese sulla corretta lamatura del parquet. Per Marika partecipare al programma l’ha aiutata ad affrontare le sue paure, nello specifico: le bambole di porcellana, la sabbia, i tappi a corona e i San Bernardo di nome Cujo. Per Ivan è il riscatto della cuore sulla mente, guardami tanto tanto e intensamente, con quegli occhi azzurro mare che mi sanno anche ingannare. Per Andrea è spezzare le catene ed essere finalmente libero come Kunta Kinte. Per Daiana è importante pubblicare il libro di ricette.
Bòn. E’ il momento della Mystery Box.
Sul tavolo sono già presenti: mozzarella, funghi, melanzana, mostarda, mezza zucca, verza, pancetta, farina, patate, uova. Con tutto quello sfracello di roba già fuori, tremo solo al pensiero di scoprire che cosa ci sarà sotto la scatola.
C’è un piccione. Vivo. Sollevano la scatola e i piccioni scappano, urlando, nudi come vermi.
Ci pensa Bastianich ad abbatterli, lanciandogli contro il servizio buono.
In 45 minuti, gli aspiranti Chef dovranno cucinare il piccione. Un piatto molto di ristorante, difficile, insidioso. Ci sono anche i peruviani che ti scattano le foto mentre lo cucini, come in piazza Duomo.
A me, quel piccione lì, spelacchiato e inerme, mi ricorda tantissimo il bambino bestiolino che si vede in Eraserhead di David Lynch. Film che ho visto ottantasette volte, e sono fiero di non averci capito un cazzo tutte le ottantasette volte che l’ho visto.
I cuochi sono spinti e motivati, soprattutto Maurizio che vuole porre fine allo strapotere di Andrea.
Ma poi si agita, suda, muove la testa di scatto e con una goccia di sudore frantuma una bottiglia di olio.
Il tempo passa in fretta quando ci si diverte e quando si sezionano pennuti. La gara è finita, su le mani!
I tre piatti migliori sono quelli di Maurizio, Tiziana e Diana.
Alla sua postazione Andrea manifesta tutto il suo disappunto, serra la mascella, i suoi molari esplodono come pop corn. Gli compare un lampo omicida negli occhi che incenerisce una scenografia e sballa il bilanciamento dei bianchi della telecamera che lo riprende.
Io vi avviso. Se Andrea non vince Master Chef si presenterà agli studi di produzione armato fino ai denti e farà fuori tutti. Dovranno abbatterlo i cecchini sui tetti.
La prova viene vinta da Tiziana. Ghedini e Perry Mason festeggiano a nome della categoria e l’avvocata se ne va nella dispensa delle meraviglie di Master Chef per godersi il suo vantaggio nell’Invention Test.
Il tema dell’Invention di oggi è la cucina del territorio. Tiziana potrà scegliere quale piatto fare tra le tre specialità della cheffissima Paola Budel, premio oscar della cucina veneta, specializzata in piatti della laguna.
Sotto i tre coperchi ci sono: dei maccheroni al vetro di Murano, un cotechino a forma di gondola che cambia colore in base al tempo e un turista giapponese ripieno, con tanto di macchina fotografica in pasta fillo.
Anzi no. Ci sono: Crema di fagioli Gialet del feltrino, con ciccioli di soppressa acidulati, Schie croccanti al forno, olio al prezzemolo e ditalini al farro.
Le Schie sono dei gamberetti, i fagioli Gialet sono dei fagioli rari e preziosi quasi quanto il dilitio di Star Trek. I ditalini di farro ce n’erano quattro. Contati.
Poi c’è del risotto con filetti di Ghiozzi. Il Ghiozzo, un tipico pesce lagunare, appartenente alla famiglia dei gobidi, è un pesce osseo, ha un buon carattere, è un gran lavoratore e non ha mai partecipato a un film della Pixar.
L’ultimo piatto è: Anguilla fritta delle valli di Comacchio con un tris di salse al broccolo, aglio e acciuga.
Detesto l’aglio. L’anguilla mi piace, però “Anguilla delle valli di Comacchio” mi fa tanto: casalinga di Voghera, la Milano che lavora, Bologna è più vivibile, la tigre di Cremona, Italiani brava gente che mangiano l’anguilla delle valli di Comacchio.
Tiziana sceglie la crema di fagioli con i gamberini, e riceve istruzioni adeguate da parte della cheffissima, tutti gli altri no. Al buio.Tiziana si tiene per sè un’informazione fondamentale. Le Schie vanno cotte al forno.
Quindi ne frigge una parte, ingannando tutti. Nessuno si accorge che quelle che servità nel piatto, quelle giuste, le mette al forno all’ultimo momento. Gli altri sbagliano, friggendo uno sciame intero di sti cazzo di gamberini. Strategia, secondo lei. E li friggeva anche con la faccia del demonio.
Bene. Per cui a questo punto vale anche: tagliarti il tubo del gas mentre cucini, pisciarti nel sale, riempirti il forno di poliuretano espanso, scambiare le tue uova con delle pile, nascondere un serpente a sonagli nella pentola a pressione, disturbarti con un elettropungolo per bovini mentre giri la frittata.
Perchè l’importante è vincere. Fine. Vincere con eleganza non è contemplato.
I 25 minuti passano in fretta. Troppo in fretta. Ivan si rende conto che ha fatto un casino e gli viene una crisi di panico. Bastianich lo convince a mettere assieme il piatto ugualmente e presentarlo ai giudici.
Basta, fine! Venitetutti si assaggiano i piatti.
Hanno sbagliato tutti la cottura delle Schie, cadendo nel tranello di Tiziana. Si parte da qui.
Il piatto di Tiziana è strategicamente okay.
Quello di Daiana, secondo la cheffa, è greve e non fine. In oltre la sua crema di fagioli supera indenne la prova dell’Alce.
Andrea, va bene, ma ha cannato le Schie.
Marika, che di fronte a Bastianich dice di sentirsi disinibita, impiatta tutto nel suo reggiseno.
Maurizio, arriva, spinto dall’incazzatura verso Tiziana. Va abbastanza bene, frittura a parte.
E’ il turno di Ivan.
In sottofondo si sente il rumore dei giunchi mossi dal vento. Una foglia cade sulla ghiaia bianca di un giardino zen. Rumore di acqua. La parete di carta di riso che scorre. Ivan entra, in kimono tradizionale da Samurai, con la Katana e il Tanto infilati nella cinta.
Milioni di petali di ciliegio mossi dal vento. Un flauto tradizionale intona una melodia di morte.
- Shogun Mitsu Kunimito!
Dice Ivan San.
- Ho tradito la vostra fiducia, ho tradito il rispetto che nutro verso di voi e verso il cibo! Non sono degno! Il mio piatto mi vergogno a darvelo, per cui... Aiutatemi con il rituale del seppuku, mi sventro come una trota, mò mò innanzi a voi!
- Fermati porcaputtana!
Barbierisawa interviene, fermando la mano del giovine samurai. Gli sguardi di Crakira e Bastiamoto si posano per un momento su una carpa Koi che sguazza nel laghetto.
- Saremo noi a decidere se il piatto è degno oppure no. Posso già dirti però, che hai dimostrato di avere un grande cuore, e ciò ci basta per reputarti nobile!
Le guance di Ivan San si rigano delle lacrime dell’eroe. Infodera la Katana, dimostrando il valore di un uomo, diventando da ora e per sempre il mio paladino indiscusso.
Il suo piatto fa cagare, ma il punto non è questo. Il punto è il valore, l’eleganza e il rispetto. Ivan dimostra di averne a mazzi. Viva Ivan!
Perchè, come dice Cracco, si cucina con il cuore e non con la strategia.
La prova la vince Maurizio.
Tiè!
Il peggiore è Ivan, ma non viene eliminato subito. Andrà allo scontro finale con il peggiore del pressure.
Tiziana, per non aver vinto la prova, convince tutte le Schie a fare una class action contro Sky.
Vedremo come va a finire.
La puntata 18, se ce la faccio è per domani.