Nota introduttiva:
Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. Era crollata la casa! Una tremenda inondazione! Le cavallette!
Scadenze che mordono, nevica, casini, robe da fare, non ho avuto tempo.
Perdonami.
Perdonaaaaameeee!
Penitenziagite!
La prova in esterna si svolge a Portofino.
La voce fuori campo mi informa: la prima risorsa di Portofino è da sempre la pesca.
Strano, pensavo fosse spennare con gusto i turisti miliardari.
Comunque sia, i cinque chef rimasti si sfideranno singolarmente. Devono andare a fare la spesa dai pescatori ed elaborare un loro piattino che verrà giudicato da tre ospiti.
Tre superstar della critica culinaria: Davide Paolini del Sole 24 Ore. Marco Bolasco, il direttore di Slow Food Editore. Allan Bay del Corriere della Sera. In pochi si sono accorti che i critici sono stati sostituiti dal trio Drombo di Yattaman.
Tonzula ha preso il posto di Allan Bay, sotto i panni di Davide Paolini c’è Boyakki, e in realtà, Bolasco è Miss Dronio. E’ stato il Dottor Dokrobei in persona a spedire i tre a Portofino, certo di trovare la pietra Dokrostone nella vasca del pesto.
Gli aspiranti chef, nonostante gli intrighi, hanno dieci minuti di tempo per andare al mercatino dei pescatori, accendere un mutuo, e comprare il pesce freschissimo. Poi vanno nei negozietti, cedono il quinto dello stipendio e comprano gli altri ingredienti per completare i loro piatti.
Hanno 45 minuti di tempo per cucinare, non di più perchè Bastianich ha lasciato la Cadillac rosa al parcheggio e la tariffa oraria lo sta svenando. Per starci un’ora deve vendere il ristorante che ha appena aperto a Miami.
Il Trio Drombo valuterà i piatti dei concorrenti. Il migliore si salverà. Gli altri quattro, tutti al Pressure Test.
Daiana cucinerà un Caciucco. Marika una crema di totani con la famosa cipolla di tropea ligure.
Maurizio una zuppetta. Tiziana delle polpette dalle belle speranze. Andrea fa la pasta fresca e l’accompagnerà con un ragù di scorfano.
Non è facile cucinare in così poco tempo, sotto il sole cocente di Portofino.
Tiziana, per fare le polpette, sfiletta il pesce con un tosaerba. Ci mette mezz’ora. Ha scelto i famosi pesci istrice delle riviera di ponente, e non le rimane nemmeno il tempo di fare causa a Nettuno.
In più è proprio lei ad affrontare per prima il giudizio del Trio Drombo.
Opta quindi per una scatoletta di tonno e dell’insalatina.
I critici assaggiano, fanno smorfiette, i versi con la bocca. Paciottano la roba cucinata da Tiziana e sembrano soddisfatti.
Poi è il turno di Andrea. Ha fatto dei maltagliati. Bravo. L’importante è servire la pasta. Una volta che servi la pasta, in Italia puoi stare tranquillo.
Di fatto è inutile parlare degli altri piatti. Vince Andrea.
Perchè.
Ha.
Fatto.
La.
Pasta.
Viva l’Itaglia, viva Garribbaldi, viva lo Slòffud che ci fa distinguere a livello internazionale!
Tutti gli altri, al Pressure Test.
Ivan, pieno di fierezza ivanesca aspetta nelle cucine di Master Chef.
Se la vedrà con il peggiore del pressure.
Andrea va al piano di sopra, e lascia giù Tiziana, Daiana, Marika e Maurizio.
Dovranno fare l’insalata russa perfetta. Facendo la maionese a mano e cucinando per bene tutti gli ingredienti necessari.
La difficoltà è tutta nel non fare impazzire la maionese. Che se quella va fuori di testa poi chi la tiene? Ventiminuti per fare tutto.
Gli aspiranti master partono e compongono i loro piatti. Più o meno ce la fanno, e portano tutti qualcosa davanti ai giudici.
La prima è Marika. Porta una zuppiera colma della famosa insalata cecena, quella che ti conviene correre prima che gli Spetsnaz ti sparino nel culo.
Quello che porta Daiana è molto simile ad un quadro di Pollock.
Tiziana ci butta dentro anche i peperoni, Maurizio va alla grande.
Dato che Barbieri, Cracco e Bastianich apprezzano poco l’arte moderna, la peggior insalata russa è quella di Daiana.
Sarà lei sfidare Ivan nel duellone finale.
Il duellone finale è un triello, come in "Il Buono, il brutto e il Cattivo".
Barbieri, live in person, cucinerà uno dei suoi famosi piatti. Live. Lo farà lì davanti a loro.
Ivan e Daiana dovranno replicare le mosse di Barbieri, cucinando anche loro lo stesso piatto, imitandolo, cercando di fare lo stesso. Nessuna spiegazione prima di iniziare.
Soltanto: guarda e ripeti.
Il piatto è un rollè di branzino con scampi in foglie di lattuga e un guazzetto di vongole veraci e olive. Barbieri inizia a cucinare e succede qualcosa. Nella mia testa partono i Queen a tutto volume.
Every drop of rain that falls, in Sahara Desert says it all... It's a miracle!
All God's creations great and small, the Golden Gate and the Taj Mahal...That's a miracle!
The wonders of this world go on, the hanging Gardens of Babylon, Captain Cook, Tower of Babel, Jimi Hendrix e Barbieri che cucina.
Vedere Barbieri che lavora mi rapisce, mi perdo nei suoi movimenti, nei suoi modi. Rimango estasiato nel vedere quello che fa e come lo fa. Estasi da maestria. E’ uno spettacolo. Di solito, l’estasi da spettacolo di maestria, mi coglie soltanto di fronte a Gianna Michaels.
E così, mentre Ivan prende a cazzotti gli scampi e Daiana fa il
I tre piatti vengono sottoposti alla prova delle differenze. Nessuno può reggere il confronto con l’originale del maestro. Ci mancherebbe.
Però, uno dei due è un po’ peggio rispetto a quell’altro.
Daiana deve lasciare la cucina di Master Chef, perchè, in buona sostanza, ha dato tutto quello che aveva da dare.
Ivan è salvo.
Alla facciazza di Tiziana.